Giocare alla guerra: paintball e softair

Naturalmente non sfuggirà a nessuno che finora abbiamo raccontato di sport anche estremi che sono più che altro praticati in solitaria.

Non è così per due delle attività a più alto tasso adrenalinico degli ultimi anni, che si possono svolgere in compagnia dei propri amici: si tratta delle simulazioni di guerra che sfruttano pellet oppure capsule di vernice, quindi del softair e del paintball.

Il primo più violento e con il potenziale di ferirsi, il secondo adatto anche a teenager, stanno trovando un numero sempre crescente di appassionati nel nostro paese, tanto che anche un’azienda come Dear Sam sta pensando di rendere disponibili in catalogo più poster dedicati a queste pratiche, in modo da intercettare i maniaci dal “grilletto facile”. Un grilletto che non deve far paura, s’intende!

Come sono nati softair e paintball?

Innanzitutto, va detto che questi sport che a noi sembrano nuovissimi hanno invece una storia piuttosto lunga. In più, ai non pratici potrebbe sembrare che il paintball sia una derivazione più innocua del softair, ma così non è: è invece vero il contrario! Il paintball nasce non come uno sport ma come uno strumento per facilitare il lavoro di pastori e boscaioli (ebbene sì!) addirittura negli anni Sessanta.

È solo nel 1976 che tre amici si puntano addosso queste buffe pistole per una pausa di svago tra il taglio di un albero e l’altro. Il primo campo da gioco nascerà solo nel decennio successivo.

Il softair invece arriva dal Giappone, dove è nato negli anni Ottanta e da dove si è rapidamente diffuso. In questo caso si usano vere e proprie armi che a un occhio inesperto sono completamente indistinguibili da quelle vere. Un particolare che, unito alla potenziale pericolosità dei pallini che fanno da proiettili, rende indispensabile il rispetto di una normativa stringente.

I centri dove praticare il softair normalmente organizzano corsi per i principianti, in quanto questo sport spessissimo è ricercato per eventi di team building coi colleghi di lavoro. Anche per questo viene spiegato nel dettaglio come maneggiare le armi, come sparare e come indossare correttamente le protezioni.

Oltre a questo, molto spazio è dato alle regole di ingaggio: ce ne sono di comuni per tutti e legate al buon senso (non sparare contro chi non indossa le protezioni per gli occhi, ad esempio!) ma altre possono essere decise dalle due squadre che si affronteranno in base al livello di bravura dei propri componenti. In queste circostanze si può anche stabilire un tempo limite, perché nel softair le partite possono durare anche giorni.

Il cugino “piccolo” di softair e paintball: il laser tag

Come accennato più in alto, nel paintball è possibile far partecipare degli adolescenti, purché questo venga accettato dalla struttura che ospita la gara.

È vero, tuttavia, che questi “giochi di guerra” sono desideratissimi dai più piccoli, motivo per il quale a loro è destinato un altro tipo di attività adrenalinica, che risponde al nome di “laser tag”. Una variante più innocua del paintball, consiste nel colpire le protezioni dei giocatori della squadra opposta facendole illuminare grazie a un fucile che “spara” luce al laser, per l’appunto.

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